So già che aprendo questo topic nessuno risponderà e/o riceverà poche visite, ma lo faccio lo stesso perchè mi guida una passione che vorrei condividere con voi!
Satoshi Kon (45 anni) è finora il più giovane regista, autore e character designer di anime. Dal '97, fin dal suo primissimo film d'animazione, è riconosciuto anche come uno dei maestri dell'animazione. Lui, però, si distingue nettamente dagli altri (tra cui Hayao Miyazaki che è creatore de La città incantata, Il castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera) per una continua ricerca sperimentale ed artistica, una fortissima componente surrealista presente in tutti i suoi lavori e dalla maestria nel cambiare ogni volta genere ed effetti cinematografici.
1997 - PERFECT BLUE
In poche parole, si può brevemente definire come un Hitchcock erotico/surreale. Il titolo è già enigmatico, poichè escludo che il colore blu c'entri qualcosa. "Blue" può significare "triste", "angosciato" o addirittura "osceno".
Le parti hot (3 in tutto) sono un po' uno stereotipo giapponese, ma quel che davvero importa nel film è il susseguirsi ansioso di scene surreali ed inquietanti.
La cantante idol Mima lascia il gruppo per fare l'attrice, iniziando da un serial che sembra quasi The X-Files all'orientale.
Dopo aver accettato di fare una scena scabrosa, comincia ad essere perseguitata dall'immagine di se stessa che la reputa sporca, da messaggi minacciosi di fan e da un sito che sembra spiarla dal suo appartamento. Presto, andrà nella confusione più totale, non riuscendo a capire qual è la realtà, il sogno o quando sta recitando.
Una sceneggiatura molto solida e complessa, un vero thriller. Multipremiato.
2001 - MILLENNIUM ACTRESS
Assai diverso dal film precedente, questo ritrae una storia dolce e sognatrice e si vede una maggiore componente artistica (i colori desaturi e ingrigiti nei personaggi dei ricordi).
L'anziana Chiyoko viene intervistata riguardo i suoi primi 40 anni di vita. A circa 10 anni (1938-40), l'incontro con un misterioso ragazzo pittore la induce a diventare un'attrice, sperando così di poter rincontrare il giovane, a cui lei vuole ridargli una chiave che ha perso.
I suoi ricordi di vita e le scene dei film nei quali fa da protagonista si fondono, creando sequenze incredibili e mozzafiato: tra immagini della Seconda Guerra Mondiale e periodi antichi giapponesi, fino a Godzilla e 2001 Odissea nello Spazio. Questo film può, infatti, benissimo definire "surreale/artistico/romantico/storico/drammatico".
A mio parere, questo è il migliore del maestro Kon. E' probabile che nella prima metà si possa dire che non è niente di che, ma dalla seconda si capisce di essere totalmente in errore, fino ad arrivare ad un finale indefinibilmente bello.
Ancora, una sceneggiatura molto forte e una colonna sonora commuovente ed energizzante. Chiunque provi apatia nei confronti della protagonista anche nelle ultime scene è uno scarafaggio!
2003 - TOKYO GODFATHERS
Questa è una vera e propria favola per adulti, la prima e unica. Tre senzatetto - un ex-ciclista, un travestito e una ragazza scappata di casa - trovano fra l'immondizia una neonata.
Ognuno dei tre, coi propri tempi e modi, si affezionerà alla bambina e iniziano un viaggio attraverso Tokyo alla ricerca dei genitori o di qualcuno può adottarla.
Il loro tragitto sarà disseminato di coincidenze - che a volte possono essere definite miracoli - che li porteranno a scoprire passo dopo passo i motivi di quell'abbandono, ma anche a riscoprire loro stessi, il travagliato passato di ognuno dei tre.
I colori sono quasi sempre neutri (accesi o spenti) e rendono bene l'idea urbana di una metropoli tra il Natale e l'anno nuovo. I personaggi sono ben strutturati (il travestito Hana è sicuramente tra i più simpatici che abbia mai visto) e le scene comiche e quelle tragiche creano un dinamismo perfetto, tra attesa e azione.
E' come se fosse la storia di Re Magi moderni e poveri, tutti con un'introspezione profonda e assolutamente anticonformista.
2006 - PAPRIKA (Sognando un sogno)
Ancora una volta, Satoshi Kon propone un film totalmente diverso dai suoi precedenti, ma un po' sulle linee di Perfect Blue e Millennium Actress. Stavolta, è un difficilissimo riadattamento cinematografico di un romanzo e usa un'animazione coloratissima, selvaggia, ma anche molto razionale.
Il genere è thriller/horror psicologico/artistico/drammatico, il tutto condito da immagini e colori ora coerenti ora impazziti. Da un laboratorio vengono rubati alcuni strumenti che consentono agli psicoterapisti di entrare nei sogni dei pazienti per instaurare con loro un rapporto più profondo.
La ricerca di colpevoli si rivela subito a dir poco ostica, poichè ci saranno vittime con dei sogni psicopatici impiantati nel cervello e anche coloro che cercano di svelare l'arcano subiranno diversi agguati.
Il finale è imprevedibile, ma azzeccatissimo. Lungo tutta la pellicola, vi sono riferimenti di quadri famosi e non, simbolismi a non finire, che soprattutto alla fine della prima visione faranno viaggiare molto la mente dello spettatore. Io l'ho visto una 15ina di volte e ci sono ancora diverse cose che vorrei scoprire.
I critici lo definiscono così: una fusione tra il pittore Dalì e Second Life. Con questo film, la visionarietà di Kon è una certezza e, almeno nell'animazione, non ce l'ha nessun altro. Potrebbe rivelarsi difficile nella trama, data la complessità, ma è molto scorrevole, a volte anche divertente e a dir poco intrigante.
Spero di aver stuzzicato il vostro interesse (sì, magari...)^^ Queste visioni mi hanno fatto sentire più maturo, anche se ho ancora molto da imparare.