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Non posso più dividermi tra te e il…, e una ff che in cui i protagonosti sono presi da vari anime e dal videogioco FF XII... buona lettura

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icon12  view post Posted on 1/5/2008, 14:51
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Cavaliere

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Villa verde,residenza-London... una ragazza il cui destino è legato a quello di Kevin Mask!

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Non posso più dividermi tra te e il…

-Atto 1 scena “In questa terra lontana da casa”


1#Voce -“Com’è possibile… la mamma e il papà… questa stoia… ”
2#Vove –Nivek cosa stai combinando?
Nivek –Niente Amra, perchè che avrei da nasconderti
Amra –Sai che posso leggerti nella mente.
Nivek –Questo lo possiamo fare entrambi, sai benissimo chi è nostra madre!
Amra –Dimentichi papà… tu gli assomigli moltissimo.
Nivek –No assomiglio più alla mamma. I miei capelli sono…
Amra –Strani come lo siamo noi, i tuoi capelli avvolte sono neri come quelli della mamma avvolte invece sono verde sporco come quelli del papà, però il capello e quello. Io invece o pelle viola-grigiastro, i capelli azzuri-verdognoli e gli occhi viola.
Nivek –Infatti sei tale e quale alla mamma.
Amra –Se… comunque ti vuoi togliere quell’orrenda maschera!
Nivek –NO! Lo sai benissimo che è la tradizione.
Amra –Tradizione di famiglia un corno!
Nivek –Se ti interessa ho trovato i diari segreti della mamma in cui racconta di come a conosciuto papà… e poi c’è una cosa che ne anche io sospettavo sulla mamma.
Amra –Cosa vuoi dire?
Nivek –Ho scoperto che la mamma non è di questo mondo proviene da un mondo che lei chiama in questo suo libro “Mondo dei Pokèmon” inoltre secondo lei il nostro mondo si chiama il “Mondo di Ultimate Muscle…” cosa vorrà dire secondo te?
Amra –HA! Io non lo so però lo voglio scoprire, e poi chi sa scopriremo il perché dei nostri poteri?
Nivek –Si però per accedere al “Mondo dei Pokèmon”ci serve una carta cuore.
Amra –Cos’è una carta cuore? Nivek tu lo sai?
Nivek –Nel libro della mamma che scritto che è una specie di pass che ci permetterà di viaggiare nei vari mondi.
Amra –Anche in quello dei Pokèmon?
Nivek –Si! Ti voglio ricordare che la mamma ci ha spiegato cosa sono i pokèmon, e ce ne ha regalato uno per il nostro decimo compleanno.
Amra –Si però non ho mai visto interamente il mondo di queste creature che ci ha dato la mamma.
Nivek –Però noi sappiamo che ne esistono di tanti tipi, sappiamo come sono e a che cosa servono solo che non abbiamo mai visto il mondo da cui provengono.
Amra –Questo è vero! Chi sa come saranno i pokèmon nel loro mondo, sai non vedo l’ora che il mio Typhlosion e il tuo Blaziken vedano il mondo da cui provengono.
Nivek –Sono curioso anch’io di vedere tutto questo mondo, ma io a differenza di te non voglio vedere solo il mondo di Pokèmon, ma tutti i mondi che la mamma ha visitato e che ha citato in questo suo libro.
Amra –Nivek di la verità, ti sei letto tutto il libro della mamma?
Nivek –Si, inverita il libro della mamma è composto da cinquantasei volumi, che però ha unito tutti questi libri in questo unico volume, di cui ha fatto tre copie… per essere più previdente io ho trascritto tutto questo libro in questo piccolo congegno che ci permetterà di leggere la storia della mamma ogni volta che noi vogliamo. Ha! Dimenticavo di dirti che io voglio partire per scoprire questi mondi.
Amra –Cosa vuoi fare?
Nivek –Ho intenzione di chiedere alla mamma e a papà il permesso per questa estate di viaggiare, in realtà io viaggerò di mondo come ha fatto la mamma. Nel libro della mamma ci è scritto il suo passato e io voglio sapere se e vero quello che lei ha scritto.
Amra –Allora fratello mio permettimi di aiutarti in questa tua avventura.
Nivek –Hei io non ho mai detto che viaggerò da solo ci sarai anche tu con me, e con noi ci saranno i nostri amici pokemon.
Amra –Sai di carattere tu assomigli a papà ed io alla mamma.
Nivek –Questo è vero, però non ricominciamo con la storia di chi assomiglia a papà o alla mamma.
Amra –Okay!
I due ragazzi dopo aver parlato tra di loro, uscirono dalla vecchia soffitta della loro casa, i loro nomi erano Nivek e sua sorella minore Amra, i due erano fatti della stessa pasta, anche se i loro modi di pensare erano spesso diversi.
Nivek aveva vent’anni mentre sua sorella Amra ne aveva diciassette, lui era alto sui due metri e venti mentre sua sorella era sul metro e novanta e qualcosina. Tutti e due erano italo-inglesi poiché la madre era italiana e il padre inglese. Oltretutto i due ragazzi erano figli di una nobile famiglia inglese, ma nonostante tutto i due ragazzi avevano dei poteri e capacità incredibili, che li erano stati trasmessi.
Da un paio di mesi Nivek aveva trovato così per caso un vecchio libro scritto dalla madre, in cui raccontava un lato del suo passato, l’aveva letto ed era rimasto molto sorpreso nello scoprire alcune cose su sua madre.
Ora mai era deciso a portare a termine tale progetto e di sicuro più nessuno l’avrebbe fermato, a seguire questa sua idea c’era anche sua sorella…
Londra 21:40 A casa di Nivek e Amra si stava iniziando a cenare, nella sala da pranzo tutto era pronto, sul tavolo era stata stesa una bella tovaglia i cui bordi erano ricamati con un fine filo argentato. Sopra di essa erano stati riposti ordinatamente nei giusti posti posate d’argento e fini bicchieri di cristallo… dopo un paio di minuti nella sala da pranzo entrò una bellissima donna che di mostrava di avere poco più di ventenni, ma la realtà era un’altra la donna aveva più anni di quando poteva dimostrare.
Aveva lunghi capelli neri ondulati che gli arrivavano fino alla vita, i suoi occhi erano sottili e felini di un taglio particolare, il colore di quegli occhi meravigliosi erano di un nero-violletto molto strano perchè se si guardava attentamente sembravano che erano tristi e malinconici.
La pelle del corpo e del viso di quella misteriosa e bellissima donna era bianchissima come la neve o il latte, portava i capelli raccolti in una semplice coda che faceva ancora risaltare di più la sua bellezza e i lineamenti del suo viso che erano sottili e delicati come un bellissimo disegno.
La bellissima donna indossava un elegantissimo vestito bianco con un piccolo scalda cuore nero, appena entrata nella sala la donna si giro in torno per vedere se c’era qualcuno, ma non vide nessuno.
A questo punto batte tre volte il piede a terra e chiamò a gran voce un paio di persone.
Donna –Danspà! Fiocco!
E come per incanto dinanzi a lei comparvero in due turbini uno bianco e uno nero due figure che appena misero piede a terra fecero un bell’inchino alla bella donna che li aveva chiamati.
La prima persona che era comparsa dal turbine bianco era una bella donna vestita in una splendida uniforme bianca e argento e dai capelli biondi e ricci e dagli occhi azzurri, e il suo nome era Danspà.
Mentre quello che era comparso dal turbine nero era un bel uomo, aveva un uniforme di un blu scurissimo bordata di oro, i suoi capelli erano neri come la notte, lunghi fino al colletto ed erano mossi mentre i suoi occhi erano strani il colore variava da un verde scuro a un celeste ghiaccio, e il suo nome era Fiocco.
Donna –Danspà… Fiocco potete andare a chiamare Nivek e Amra?! Per favore e mo che ci siete riferite a Kevin che lo aspetto gli devo parlare per dirgli una cosa molto importante.
Ma proprio in quel preciso momento una figura di un uomo comparve dal nulla, la sua bellezza era suprema e il suo portamento regale.
Uomo –Vorrei farti una domanda… che effetto fa essere l’unica persona che se ne sta sola mentre tutti noi stiamo con qualcuno che ci ama?
L’uomo fece alla donna una strana domanda alla quale essa gli rispose con un sorriso. L’uomo come la bellissima donna dimostrava di avere più di ventanni, come Nivek indossava una maschera blu di ferro e portava lunghi capelli biondi, attaccata alla sua maschera sul lato destro c’era una piccola catenella dalla quale pendeva una piuma.
L’uomo indossava un'ordinata camicia bianca inamidata, poi sopra di essa portava una cravatta color blu scuro, come pure erano i pantaloni, mentre camminava verso la donna aveva un fare molto regale e raffinato.
Appena fu vicino la donna si fermò e la iniziò a guardarla un po’ freddamente dopo di che le diede a parlare.
Uomo –Allora perché non hai risposto alla mia domanda?
Donna –Che avrei dovuto rispondere.
Uomo –Sbaglio o mi hai mandato a chiamare?
Donna –Si! Ti ho mandato a chiamare… spero di non averti disturbato.
Uomo –Lo sai che non mi disturbi, per te mia cara moglie farei tutto.
Donna –E solo che in quest’ultimi tempi mi stai un po’ trascurando…
Uomo –Devi tenero conto anche della tua posizione, e i tuoi doveri come colei?
Donna –Si però mi manca casa… e sento di essere fuori posto qui… non e perché non ti ami più anzi e proprio per questo che ti ho sposato ed ho deciso di seguirti ovunque e solo che…
Uomo –Hai nostalgia vero?
Donna –Si!
Uomo –Allora non preoccuparti esaudirò ogni tuo desiderio, sai che ti amo e che per te farei questo ed altro.
Donna –Ti amo, sei la persona più splendida e dolce che ci sia a questo mondo.
Uomo –Lo so… e anche tu lo sei cara. Ma Nivek e Amra dove sono quei due?
Donna –Non lo so. Tra poco poi si mangia, e quei due non sono ancora venuti.
Uomo –Non ti preoccupare.
Donna –Non mi preoccupo e solo che ora i nostri figli hanno la nostra stessa età di quando ci siamo conosciuti.
Uomo –E ora sono cresciuti come volevi tu.
Donna –Anche come volevi tu, tant’è vero che Nivek a deciso di seguire la tradizione della tua famiglia.
Uomo –Si lui e tale e quale a te.
Donna –Stai scherzando lui non mi somiglia proprio, se che qualcuno da cui a preso sei tu! vuoi due siete due gocce d’acqua.
Uomo –Allora Amra e quella che a preso da te.
Donna –Si ha ereditato da me la mia stessa bellezza, il mio modo di fare, di pensare e anche il mio stesso carattere.
Uomo –Allora abbiamo creato un mostro!
Donna –Hei! Smettila di scherzare non è bello sai. Quando mi hai conosciuta c’erano delle persone che mi definivano un abominio, ti ricordi di Yury?
Uomo –Quello come potrei mai dimenticarlo.
Donna –Lo sai cosa penso ultimamente … penso a Kay. Non che non mi dispiaccia ma sai come e passato tanto tempo.
Uomo –Io direi troppo!
Donna –Ma perché… tutto ciò? Ora mai quella è una vecchia storia lo sai pure tu. all’epoca scelsi te e non lui.
Uomo –Resta il fatto però che tu ti senti ancora legata a lui, e per lui è la stessa cosa.
Donna –Io per te ho lasciato il mio mondo.
Uomo –Però resta il fatto che sei libera di andarci quando ti pare. Non dirmi che io questo non te l’ho mai proibito o sbaglio?
Donna –Si ma il fatto e che mi manca.
Uomo –Che ne dici se un giorno facciamo visita alle tue adorate sorelline?
Donna –Ma quando?
Uomo –Lascio a te decidere.
Donna –Okey!
Uomo –Nivek e Amra non si fanno ancora vedere dove diavolo saranno?
Donna –Non ti preoccupare Danspà e Fiocco li stanno cercando appena li troveranno li porteranno qui ma intanto iniziamo a mangiare.
Ora mi erano le 22:00 e non si era vista neanche l’obra di Nivek e Amra, l’uomo e la donna, non vedendo ancora i figli arrivare iniziarono a mangiare dopo aver un po’ parlato fra di loro.
Nel fratempo Nivek e Amra stavano leggendo il misterioso libro della madre, Amra era sempre più affascinata da quel libro e dalla storia in esso narrata, non immaginava che sua madre da giovane avesse fatto tante follie e avesse vissuto assurde avventure ricche di colpi di scena, di intrighi, litigi e conflitti all’ultimo sangue. Leggendo ciò Amra stava già galoppando con la fantasia, facendo finta di essere sua madre e di vivere le sue avventure.
Nivek invece non si sorprendeva moltissimo nello scoprire alcuni lati di sua madre e di suo padre che non gli avevano mostrati. Fin da quand’erano piccoli Nivek e Amra erano stati addestrati in tutte le arti da combattimento che esistessero, inoltre era stato insegnato loro ad usare i loro straordinari poteri che avevano eredito dalla madre.
Ad addestrarli in ciò erano stati sia i loro genitori che il mentore di sua madre, Mewtwo che era uno dei pokèmon preferiti della loro madre, Mewtwo in quanto ad essere un pokèmon molto speciale godeva di molti vantaggi.
Infatti era stato lui ad insegnare alla madre di Nivek come doveva usare i suoi poteri e a che scopo e la loro madre aveva voluto che fossero educati e seguiti da lui, oltre ciò sia Nivek che Amra erano stati istruiti anche su tutta la cultura generale.
Quando i due ragazzi si accorsero di che ora era sbiancarono e iniziarono ad avere i brividi e subito iniziarono ad agitarsi e a preoccuparsi, ma poi iniziando a parlare tra loro i due si calmarono.
Amra –Nivek sai che ora è?
Nivek –Sono le… 22:00!!! CRISTO!!!!
Amra –Perche?!
Nivek –Venti minuti fa dovevamo andar a mangiare. Mamma e papà se ci prendono ci accozzano.
Amra –Ha! Scemo e mo melo dici razza di idiota!
Nivek –Io non sono idiota!
Amra –Si come i figli di Kid Muscle.
Nivek –Non paragonarmi a quelli. Loro sono i nostri più antichi rivali.
Amra –Comunque sia dobbiamo muoverci.
Nivek –E perché?
Amra –Ormai la frittata è fatta, scommetto che ci faranno una cazziata.
Nivek –Lo sai Amra che noi abbiamo ereditato i nostri poteri da mamma, inoltre io credo che siamo stati nel suo mondo solo che non c’è lo ricordiamo.
Amra –Credo di si.
Nivek –Ti ricordi Villa Verde?
Amra –Dove stanno le zie e l’amica della mamma!
Nivek –Si… beh… Villa Verde e nel mondo della mamma e poi la villa è di sua proprietà come l’isola su cui si trova.
Amra –Wow chi l’avrebbe detto che la mamma fosse così ricca!
Nivek –Solo tu non lo potevi sapere.
Amra –Con questo che stai insinuando?
Nivek –Che io so molte più cose sulla mamma di te.
Amra –Per forza hai letto e riletto quel libro che ha letto lei.
Nivek –Tu lo sai che la mamma è rimasta due volte incinta prima di avere me e te, solo che la prima volta lei aveva si o no vent’anni e non sentendosi pronta di avere figli ha deciso di abortire, un anno dopo quando ne aveva ventuno e quando sia lei che papà decisero di sposarsi, lei rimase incinta per la seconda vote ed era decisa ad avere il bambino.
Amra –Allora perché non ebbe questo secondo figlio?
Nivek –Perché un certo precursors di nome Jak, anche se il suo vero nome era Mar figlio del re di Spargus… Damas…
Amra .Hei-hei!! Frena la lingua, chi è questo tipo di nome Jak? Cosa avuto a che fare con la mamma e sopratutto era davvero un principe figlio di un re?
Nivek –Si! Nel libro la mamma ne parla, questo Jak all’epoca era il suo ragazzo.
Amra –Della mamma?
Nivek –Si, lei e lui stavano insieme… ma la loro è stata una storia molto complicata… ora ti spiego. Questo… Jak era figlio di Damas il quale però aveva un altro figlio che si chiamava Dasmar solo che sto tipo era il fratellastro di Jak perché era figlio della seconda moglie di Damas, mentre Jak lo era figlio della prima moglie.
Amra –Ah! Counque non ci interessa questo.
Nivek –Scusa mi sono un po’ dilungato. Comunque sia la mamma mentre stava questo tipo Jak, stava con papà e…
Amra –FREANA!!!! Odio non ci sto a capì più nulla…
Nivek –Ma com ‘è che sei così stupida. La mamma si divertiva a prendere in giro questo tipo, solo che quest’ultimo, non so perché ma durante la festa della Creazione lui diede un forte pugno nello stomaco di nostra madre, che inseguito a questo gesto perse il bambino.
Amra –Mamma mia che crudeltà!
Nivek –Questo è un colpo basso….
Mentre stavano ancora parlando sul passato della loro madre, vennero interrotti dall’arrivo di Danspà e Fiocco, che li avvisarono che erano in enorme ritardo per la cena e che i loro genitori avevano già iniziato a mangiare senza di loro.
Detto ciò Nivek e Amra come delle furie si teletrasportavano dalla stanza in cui si trovavano a quella dove i genitori stavano pranzando, loro due si materializzarono sotto gli occhi dei loro genitori che nel frattempo si stavano baciando appassionatamente.
Quando i due ragazzi videro i loro rispettivi genitori baciarsi d’avanti a loro, incuranti della loro presenza, Nivek e Amra furono presi dal’imbarazzo più totale e i loro visi si tinsero di color porpora.
Poco dopo i genitori si accorsero di loro ma non dissero nulla del gesto di prima, i loro figli invece sembravano essersi incantati di fronte a loro genitori.
Amra-Nivek –HOOOOOO…!(Chi l’avrebbe mai detto che avremmo visto la mamma e il papà baciarsi…).
Uomo-Donna –(Eccoli mo ci sentono!) Ben arrivati.
Nivek –Pà scusaci il ritardo.
Uomo –Nivek se bella scusa intanto noi abbiamo finito da un pezzo.
Nivek –Scusaci.
Uomo –Scusaci un corno, la prossima volta che non venite a cena, ve la potete scordare.
Nivek –Ma papà non puoi trattarci così.
Uomo –Così come?
Nivek –Dai pà calmati, mamma diglielo anche tu di non prendersela, per così poco.
Donna –Per così poco?... stai scherzando Nive?! Guarda che ci dovreste ringrazziare se ne io e tuo padre avessimo perso la pazienza non saprei dirvi ora a che punto eravamo.
Amra –Ma mamma…
Donna –Niente ma Amra. Ci scommetto che avete fame vero?
Nivek –Si perché non abbiamo mangiato.
Donna –Chi non vi ha fatto venire a mangiare prima.
Amra –Come mai prima vi stavate baciando?
Donna –Co…
Uomo –Questi non sono affari che vi riguadano, e poi se due si baciano non c’è nulla da vergonarsi.
Nivek – Se come no.
Uomo –Nivek faresti meglio a starti zitto, la mia pazienza si sta esaurendo.
Donna –Nivek ti conviene dare retta a tuo padre.
Nivek –Per sapere che come figlio sono un disastro?
Donna –Non è questo, Nivek.
Nivek –Tu che ne vuoi sapere mamma.
Donna –Anche tuo padre non era nella tua stessa situazione quando aveva la tua età. Non è vero caro?
Uomo –Si.
Nivek –(Allora è vero ciò che la mamma scrisse su papà nei suoi libri)…
Donna –Tuo parde quando sei nato tu si è ripromesso che le cose che ha subito lui da parte di tuo nonno ne tu ne Amra l’avreste subite.
Amra –Cioè una ferrea disciplina senza svaghi o amici?
Uomo –Si.
Donna –Voi non sapete come abbia sofferto vostro…
Nivek –Però anche io e Amra abbiamo subito una cosa simile no?
Donna –No!! Voi avete avuto un addestramento e un educazione che vi ha insegnato a genstire e controllare i vostri poteri al meglio, se voi non aveste avuto questa particolare educazione mi spieghereste ora come fareste ad usufruire dei vostri poteri?
Nivek –Pensandoci avete raggione madre.
Donna –Non chiamarmi “madre” sa di vecchio. E io non lo sono.
Nivek –Ma se hai più di quarantanni e non li dimostri!
Donna –Io non sono un vero… ma che cazzo mi fate dire! Non cercate di cambiare discorso con me.
Nivek –(Beccato!)
Amra –MA! Non stavamo cambiando discorso.
Nivek –Vallo a raccontare a qualcun altro a me non me la dai a bere. Dopo tutto tu ne sai una più del diavolo.
Donna –NIVEK! Con questo che vorresti dire? Tu hai letto i miei dirai?
A quella domanda della madre oramai allarmata e agitata Nivek non rispose si limitò a rimanere in silenzio abbassando lon sguardo dirigendolo altrove, sulla faccia di Amra invece lentamente stava comparendo un espressione preocupata mentre il padre rimase insilenzio come Nivek, fisso senza emettere un suono tutti i presenti nella stanza.
L’aria che si respirava in quella stanza era molto agitata e tessa, sarebbe bastata anche sciocchezza a scatenare un violento litigio, quad’ecco che a un tratto Kevin si intromise per calmare tale situazione.
Di sicuro non avrebbe appogiato suo figlio ne sua moglie. L’unica cosa che desiderava era porre fine a quel litigio, con un forte e rigido ordine che gidò al figlio tanto che lo spavento di allontanarsi dalla madre, mentre alla moglie gli disse freddamente di farsi da parte.
Kevin –Nivek allontanati! Moglie tu fatti da parte.
Nivek -…
Dopo l’intromissione di Kevin che pose fine al litigio, Amra si intromise e chiese al padre cosa avrebbe fatto inseguito, Kevin non le rispose si limitò solo a lasciare la stanza seguito dalla moglie che lo guardò con aria preocupata, mentre Nivek guardò con disprezzo il padre.
Appena Kevin e sua moglie si allontanarono dai figli, decisero di parlare tra loro su ciò che era appena successo, nel frattempo Amra era accorsa in aiuto a suo fratello, che si era ripreso dallo spavento provocatogli dal padre.
Nivek e sua sorella sapevano bene quanto era corta la pazienza del loro padre e sapevano anche che la loro si sarebbe arrabbiata all’inverosimile ora che aveva scoperto che loro due avevano scoperto e letto i loro libri.
Nella stanza in cui si trovavano Kevin e la moglie sembrava tutto più calmo, la donna si sfogò con il marito per ciò che era successo, temeva che tutto ciò che era stato sepolto potesse ritornare a galla.
Donna –Non è possibile… non di nuovo!
Kevin –Calmati!
Donna –Calmarmi un corno… ma non lo capisci la storia si sta ripetendo di nuovo.
Kevin –Sei tu che lo pensi, non è così.
Donna –Allora cosa proponi.
Kevin –Datti una calmata, Christian a sempre saputo del tuo segreto è non se ne mai vergognato anzi ne è orgoglioso, lo stesso vale per Amra.
Donna –Non lo so… cosa dovrei fare.
Kevin –Sta calma, ora mai quella storia e finita.
Donna –Però ciò che è successo resta.
Kevin –Si… comunque sia non capisco una cosa.
Donna –Cosa?
Kevin –Perché Nivek non usa il nome che gli abbiamo dato…
Donna –Avrà i suoi motivi, e se non l’hai notato Nivek è il tuo nome letto al contrario sai?
Kevin –L’avevo notato non sono mica STUPIDO.
Donna –Sei sempre il solito, non ti smentisci mai.
Kevin –Ti sei vista tu che sei una maniaca compulsiva con manie di controllo?!
Donna –Kevin che vuoi dire?
Kevin –Che da quando ti ho conosciuto non sei per niente cambiata.
Donna –Stai scherzando?! Al confronto di com’ero quando mi hai conosciuta, mi sono addolcita quindi non dire cazzate.
Kevin –Allora quando hai saputo di Maruskà…
Donna –Quella è un’altra storia Kevin…
Kevin –Non è un’alta storia Maruskà è figlia mia quanto lo sono Christian e Amra!
Donna –Io non direi Kevin, se è per questo anche…
D’un tratto la discussione tra la misteriosa donna e Kevin cesso in un preciso punto, la moglie di Kevin stava per dire qualcosa quando subito di punto in bianco si bloccò. Questo fatto catturo subito l’attenzione di Kevin che fisso la donna con un sguardo indagatore che mise adisagio la donna.
Con molta calma Kevin chiese alla donna di finire la frase, ma la moglie non ne volle sapere di ubidire e si impuntò di conseguenza fifiutò di rispondere alla richiesta del consorte.
Kevin –Che stavi per dire dimmelo!
Donna –NO!
Kevin –Non farmi arrabiare ti prego dimmi cosa stavi per dirmi.
Donna –Sono cose che non ti riguardano.
Kevin –Cose che non mi riguardano per caso hanno a che fare con Gou perché se è così so tutto!
Donna –(Come diavolo fa a sapere di Gou nessuno sa di lui a parte pochissimi…)Tu…
Kevin –Allora ho indovinato… non me la prenderò tanto questa cosa la sapevo gia da tempo.
Donna –Non ti si può nascondere nulla vero?
Kevin –No ora mai ho imparato a conoscerti e tu per me sei come un libro aperto lo dovresti sapere. Come io non ho segreti con te nemmeno tu hai segreti con me.
Donna –Comunque sia Gou non centra con noi e la nostra famiglia.
Kevin –Non centra nemmeno Sandh!
Donna –No lui non centa nulla con noi.
Kevin –È il figlio del tuo ex.
Donna –Già Jakie… mi chiedo come stia e da tanto che non lo rivedo.
Kevin –Soprattutto dopo quello che gli hai fatto al suo matrimonio e dopo.
Donna –Gia quella volta i sono divertita.
Kevin –Io non direi, anzi dico che hai dato il peggio di te, mi spieghi che razza di regalo è la testa imbalsamata della ragazza del suo migliore amico.
Donna –Se l’è voluto lui.
Kevin –Che razza di risposta è me lo spieghi, ma ti sei resa conta di cosa e successe quella volta?
Donna –No non lo voglio sapere e poi questa è un fatto che successe quando avevo ventun’anni ora ne ho il doppio e penso ad altro…
Kevin –Finiamola qua questo dscorso non mi sembra più che abbia un senzo.
Donna –Okay!
Nel fratemmpo nella sala dove erano rimasti Amra e Nivek, i due ragazzi parlarono un po’ tra loro di cio che era accaduto, Amra era un po’ sconvolto dall’accaduto mentre Nivek era inquieto.
Nivek –Amra secondo te ora che succederà?
Amra –Che ne so…di sicuro però mamma si incazzerà.
Nivek –Poveri e noi.
Amra –Povere è te no? Infondo sei tu che ha scoperto e letto i suoi diari.
Nivek –Sai ti odio quado fai così.
Amra –Non parlaimo di te, perché se lo dovessi fare la lista non finirebbe più.
Nivek –A si comuquarre non pesiamo più a ste cazzate, ora ciò che più conta e partire per il nostro viaggio intesi?7Amra –Hai intenzione di partire senza il permesso di mamma e papà?
Nivek –Perché no?! Infondo sono maggiorenne no?!
Amra –Si ma…
Nivek –Allora cosa? Anche la mamma quando aveva la tua età e addirittura ancora prima viaggiava, in tantissimi mondi di cui tu non hai l’idea.
Amra –Dimenti che nostra madre era ed è la colei!? Ed è tuttora ancora in carica.
Nivek –Che centra questo?
Amra –Allora è deciso che si parte ma quado?
Nivek –Domani all’alba prima che mamma e papà si sveglino saranno guai.
Amra –Saranno guai anche dopo, quando si saranno svegliati.
Nivek –Però noi saremo gia lontani.
Amra –Non pensi che intuiranno dove saremo diretti?
Nivek –C’è una remota possiblità che questo a cada tu non credi?
Amra –Al riguardo io avrei dei dubbi. Faremmo meglio a nn sottovalutate entrambi i nostri genitori, soprattutto mamma lei ne sa una più del divolo.
Nivek –Su questo non ti do torto. Però anche noi che siamo figli suoi ne sappiamo una più del diavolo.
Amra –Christian hai mai pensato di farti chiamare “Diabolico” e non Nivek?
Nivek –Io preferisco di gran lungo il sopranome che mi sono scelto.
Amra –Me il nome di Nivek non è il nome di papà letto al contrario?
Nivek –Questo che centra?
La discussione tra i due ragazzi andarono avanti per un bel po’ finche poi non decisero entrambi di partire l’indomani alle prime luci dell’alba.
La sera stessa i due ragazzi dopo aver parlato tra di loro e si misero d’accordo su dafarsi per la partenza, prima di tutto si prepararono un piccolo bagaglio nel quale vi misero tuttto lo stretto necessario, cibo, mappe delle città del mondo di Pokèmon, vestiti, dei soldi, un pokèdex, pokèboll e tantissime altre cose.
La valigia di Amra era una piccola borsa a sacco rosa con piccoli fiori azzurri cuciti sopra, mentre il bagaglio di Nivek era uno zaino nero con qualche striscia e le cerniere color arancione fluorescente.
Dopo aver sistemato i loro rispettivi bagagli Nivek e Amra andarono a dormire, alcune ore più tardi verso le sei del mattino entrambi i due fratelli a quell’ ora si alzarono si vestirono senza far rumore dopo diche una volta vestirono, usando una carta cuore aprirono un varco che li avrebbe portato nel mondi dei Pokèmon.
Piu tardi quando la madre dei due ragazzi si svegliò l’attese una brutta sorpresa, Amra e Nivek erano spariti, la donna scoprendo ciò, iniziò ad agitarsi, e come una furia corse dal suo sposo, anche lui da poco alzatosi, per dirgli che i loro figli erano scomparsi.
Donna –Kevin vieni presto e successo una tragedia!
Kevin –Cosa è successo?
Donna –Nivek e Amra sono scappati!
Kevin –Come?
Donna –Non lo so, dove possono essere finiti.
Kevin –Fatti venire un idea, però si vede che hanno preso da te.
Donna –Cosa vorresti insinuare?
Kevin –Che sono bravi nello sparire come lo eri tu.
Donna –Forse hai ragione.
Kevin –Se non ti rendi conto io ho sempre ragione.
Donna –Non sempre hai ragione.
Kevin –E tu allora?
Donna –Allora cosa? Mi puoi spiegare che vuoi insinuare.
Kevin –Finiamola qui, pensiamo più tosto a come risolvere la situazione.
Donna –Okay!
Quando Kevin aprese tale notizzia, spalancò gli occhi, sia la donna che Kevin iniziarono a chiedersi dove potevano essersi andati a cacciare i loro due figli, pensarono e pensarono, man mano che il tempo passava la situazione peggiorava e il padre dei due ragazzi iniziò a spazientirsi finche poi la madre dei due intuì dove potevano essere i suoi due figli.
Kevin –DANNAZIONE!!!!
Donna –La vuoi smettere di urlare?! Cosi facendo i nostri figli non tornerando lo vuoi capire.
Kevin –Hai qualche idea brillante tu?
Donna –Credo di si, secondo me sono andati nel mio mondo.
Kevin –È una possibilità! Se così fosse vuol dire che contatteremo le tue sorelle.
Donna –E da tempo che non ci parlo con loro.
Kevin –Ma se ci hai parlato al telefono due settimane fa.
Donna –Ho parlato con Shara.
Kevin –Ancora sta con Artea?
Donna –Quante volte ti devo dire che quei due si sono sposati, siamo andati anche al loro matrimonio scimuito.
Kevin –Frena con le parole, però mo che mi fai pensare la tua amica Lunaretta sta ancora con quell’idiota di Mars o di Demetrio non ricordo.
Donna –Sta con Mars roba dell’altro mondo, chi l’avrebbe mai detto che lei si sarebbe sposata con lui. Come mai mi hai chiesto una simile cosa?
Kevin –Ciò parlato la settimana scorsa a telefono.
Donna –Di che avete parlato?
Kevin –Dei vecchi tempi.
Donna –Ti hanno detto come stanno come stanno Alicia e Alissya? E Ares?
Kevin –Hanno detto che stanno bene, mi chiedo una cosa…
Donna –Cosa?
Kevin –Come mai lui abbia chiamato il figlio Ares?
Donna –Nell’antica Grecia, Ares era il dio della guerra mentre Marte è il nome con cui i romani chiamavano il dio greco della guerra.
Kevin –Ma guarda non c’ero arrivato.
Donna –Dai non fare quella faccia, lo sai che che quando fai così sei sei un amore. Ti amo.
Kevin -…
Donna –Che carino sei diventato rosso.
Kevin –Ora smettila sembri una maniaca.
Donna –Tesoro io non sono una maniaca, claro?
Kevin –Invece di fare la scena perché non pensi a i nostri figli.
Donna –Loro sono grandi, hanno i miei stessi poteri e se la sanno cavare.
Kevin –Per i miei gusti sono troppo vizziati.
Donna –Allora tu!
Kevin –Io alla loro età non ero così.
Donna –Quelli erano altri tempi e poi guarda che io ti vizzio.
Kevin –Veramente è il contrario cara. Comunque sia io ho deciso partiamo.
Donna –Deciso? Partiamo? Cosa vai tramando?
Kevin –Io non sto tramando nulla, quella che qui si fa stane idee sei tu.
Donna –Io volevo solo capire parche hai detto ”ho deciso partiamo”.
Kevin –Perché oggi stesso andiamo a Villa Verde.
Donna –Cosa non puoi farlo!
Kevin –E invece si. Rivedremo i tuoi amici, la tue sorelline e tanti altri.
Donna –Azzardiati a farlo e sei un uomo morto.
Kevin –Ora vedrai.
Le due persone ebbero una lunghissima discussione che sfocciava man mano in svariati argomenti, tipo che stavano facendo Lunaretta e Mars e il loo figli ecc… ma a fine discussione, Kevin così su due piedi decise di prendere in pugno la situazione e decise di partire per il mndo dei Pokèmon quel giorno stesso.
La moglie in quel momento diede l’ordine alla servitù di preparare il bagalio per lei e per il marito,i quali poi avrebbero aperto un varco che li avrebbe portati nel mondo dove erano diretti i loero due figli.
Chi sa quali avventure avrebbero affrontato Amra e Nivek, infatti il viaggio dei due ragazzi per raggiungere il mondo da cui proveniva la loro viaggio era filato senza intoppi o contrattempi. Una volta arrivati un varco si aprì a quel punto i due giovani uscirono dal varco che li aveva contotti lì, una volta uscitti dal varco, questo si richiuse dietro di essi.
Amra e Nivek una volta giunti lì si ritovarono su una strada di terra battuta e attorno a loro c’era ben che minimo segno di vita, c’era l’aperta campagna, l’unico segno di civiltà era un palo di latta alto quanto Nivek che riportava alcuni cartelli che indicavano la direzione da prendere per ragiungere quelle città che il palo dindicava, esso si trovava nel punto in cui quella strada di terra battuta su ci si trovava i due si divideva in un bivio.
Il palo che si trovava al centrodi questo bivio indicava la strda per ragingere la cittadina di Pallet Town mentre l’altra strada conduceva al bosco di Viridiam Forest.


NON POSSO PI Ù DIVIDERMI TRA TE IL…

Atto 2 scena “Un passato da riscoprire!”


Dopo l’arrivo di Nivek e Amra nel mondo dei pokèmon qualcun altro appartre i loro genitori si stava muovendo… qualcuno di un altro mondo chiamato Ivalice stava ricordando il passato, questi era un un bell’uomo dal viso d’angelo, che all’incirca aveva più di cinquantanni, ma nonostante cio il tempo aveva risparmiato la sua giovinezza.
Il tipo aveva i capelli biondi cortissimi, così pure la barba, sulla fonte, soprattutto sul sopracciglio desto aveva una cicatrice che ora mai portava da più di vent’anni e che gli conferiva un certo non so chè.
L’uomo indossava dei vestiti eleganti quanto pratici, cio stava ad indicare il rango sociale a cui apparteneva… questi non era altri che il Capitano Basch Von Ronsemburg, che stranamente stava fissando una vecchia foto sbiadita dal tempo e dall’usura, la persona raffigurata nella foto era una ragazza all’incirca di ventidue anni che sorrideva felicemente.
Ora mai erano anni che l’uomo e la ragazza della foto non si rivedevano, gli ultimi ricordi che il Capitano Von Ronsemburg aveva di quella misteriosa quanto bella ragazza, erano alcuni momenti di una festa dove l’aveva vista per l’ultima volta… nella festa del suo ventiduesimo compleanno!
Basch ricordava ancora con chiarezza il volto, la voce e il corpo di quella ragazza più giovane di lui di quattordici anni, lui se ne era innamorato per via della dolcezza e della gentilezza che quella ragazza aveva saputo mostrargli… da quella ragazza aveva avuto un figlio che però non aveva mai avuto la possibilità di conoscierlo, l’unico ricordo che custodiva del figlio era quando l’aveva visto nascere e gli aveva dato il nome, da li in poi il destino li aveva separati. .
Il figlio portava due nomi il primo era stato scelto dalla madre del ragazzo, mentre il secondo nome l’aveva scelto Basch ed era il nome del suo defunto fratello gemello Gabranth. L’uomo desiderava disperatamente rivedere il figlio che solo una volta aveva visto e conosciuto e la madre… dalla quale era stato separato ingiustamente dal vile destino.
Ma questi non sapeva che per gli inspiegabili capricci del destino avrebbe potuto rivedere suo figlio e la sua amata.
Nel frattempo Nivek e Amra stavano ancura decidendo dove andare, se a Viridian City o a Pallet Town; passarono una decina di minuti prima che i due ragazzi decidessero dove andare. Un volta deciso di proseguire per Pallet Town per far visita a un vecchio amico della loro madre Ash che i due ragazzi chiamavano “Zio Ashy” fin da quando erano piccoli e lo andavano a trovare.
Ash con il passare degli anni era diventato un bravissimo allenatore di pokèmon quasi da meritrsi il titolo di Master, si era sposato con Misty una sua cara amica più grande di lui di due anni, da cui aveva avuto due figli.
La priogenita aveva l’eta di Nivek e si chiamava Arborea Carmi Egadi Ketchum, solo che amava farsi chiamare Egadi, il suo era veramente un bel nome lungo con un carattere serio, che sapeva il fatto suo, aveva due splendidi occhi verdeacqua con lungi e fluenti capelli rossi, mentre il secondogenito era un ragazzo di due anni più grande di Amra e si chiama Rasch il quale aveva il carattere da attacca briche che lo faceva apparire a gli occhi di tutti come un teppista cosa che non era vera. Perché infondo infondo Rasch aveva un gran cuore ed era uno a cui ci teneva gli amici, egli aveva i capelli neri come gli occhi.
Amra e Nivek dopo aver parlato un po’ tra loro si incamminarono verso Pallet dove vi arrivarono a meta giornta, una volta arrivati nella piccola cittadina, iniziarono ad espolorarne ogni suo angolo per capire se si trovarono nel posto giusto.
E dopo aver esplorato tutto quel posto i due ragazzi si ermarono a parlare tra loro, mentre erano seduti su una roccia a parlare.
Nivek –È tutto il giorno che camminiamo si può sapere dove ci troviamo?
Amra –Non chiederlo a me sei tu che mi hai trascinato in questo viaggio ma stai zitto!
Nivek –Veramente io non ti ho trascinata, ma ci sei voluta venire tu di tua libera iniziativa. Quindi è inutile ogni tuo tentativo di incolparmi.
Amra –Comunque se ti consola saperlo ci troviamo a Pallet.
Nivek –Dove stava la mamma quando aveva dieci anni?
Amra –Secondoi suoi diari… si! Ma dimmi un po’come mai sei cosi giù oggi non mi dire che soffri di nostralgia di casa?
Nivek –MA STIAMO SCHERZANDO?!
Amra –A me pare di no, tutt’al più si vede lontano un miglio che hai o nostalgia di casa o qualche problema che tu non vuoi dirmi.
Nivek –Se io ti dico ciò che mi fa stare così giù tu mi prometti che non lo dirai a nessuno?
Amra –Promesso! Lo sai che io i segreti li so tenere.
Nivek –Bene…
Amra –Avanti che aspetti a dirmelo.
Nivek –Tu come reagiresti se per caso scoprissi un giorno che quella persona che tu credevi essere tuo padre si scoprisse poi che è in realtà un perfetto sconosciuto?
Amra –CHE STAI INSINUADO CHE NOSTRO PADRE NON IL NOSTRO PADRE NATURALE!!! MA SOLO UNO CHE CI HA ADOTTATO! CHE CAZZO VAI PENSANDO NIVEK!?
Nivek –Amra non ho detto che è reale è solo un solo una supposizione!
Amra –AH! Solo una supposizione… ma non permetterti più di dire una cosa nei confronti di papà e della mamma… loro sono delle pesone meravigliose che ci hanno cresciuto trasmettendoci dei valori e tu che fai ti metti a dire che loro non sono i nostri veri genitori!
Nivek –Io non ho mai voluto insinuare questo… è solo che io non credo di essere figlio a papà… ma il figlio che la mamma a avuto con un'altra persona.
Amra –Mi spieghi che cazzo vai dicendo, perché tu fratello mio sei un pochino confuso. Tu per me sei mio fratello, il figlio di mamma e di papà e l’erede della famiglia Mask.
Nivek –Io ho sempre saputo di essere questo e solo che ora non sono più sicuro di esserlo, perché vedi e da un paio di giorni che sto sognando il volto di un uomo che mi somiglia… e che mi chiama per nome… con il mio secondo nome.
Amra –Non ci pensare è solo un sogno.
Nivek –Ma è un sogno molto reale… sogno quest’uomo che mi chiama per nome… poi d’un tratto mi trovo catapultato in una citta sia futuristica che antica dove convivono in perfetta sintonia passato e futuro…
Amra –Sembra la descrizione di una città in un ambientazione fantasy.
Nivek –SI! Infatti sembra una di quella! comunque io mi trovo tra le strade di questa città che è popolata sia da esseri umani che da strani essere tipo lucertole antropomorfie e da bellissime donne con le orecchie da coniglio. Dopo mi trovo che volo sopra questa città, d’improvviso l’ambientazione cambia di nuovo e mi ritovo in un corridoi di un castello, il corridoio è illuninato dalla luce delle candelle ed è arredato con sedie e splendidi arazzi appesi alle parete che sembrano narrare la storia del posto in cui mi trovo.
Amra –E poi che fai?
Nivek –Inizio a girare per quel corridoio e le sue stanze finche poi non mi ritovo in un enorme stanza illuminata da un grande camino con il fuoco acceso, il cui scoppiettio delle sue fiamme rompe il silenzio che aleggia in quella stanza.
La stanza è arredata con mobile che sembrano apprtenere al periodo del medioevo, poi ci sono degli arazzi… ma la cosa più strana che difronte a me c’è l’uomo che mi somiglia in modo incredibile e che mi chiama per nome… mi guardava con aria gentile e comprensiva come un padre amorevole
Amra –Wow! Che descrizione impressionante.
Ninek –Mi sono solo limitato a descrivere ciò che visto.
Amra –Senti invece di parlare di questo che ne dici se troviamo un posto dove passare la notte, non vorrai dormire all’aperto?
Nivek –Perché no! Non è una cattiva idea.
Amra –Ma sei fuori!
Nivek –Quella che mi sa che qui è fuori sei tu. Non fai che lamentarti ogni due minuti mamma mia sei impossibile.
Amra –E tu sei un apatico insensibile menefreghista di merda.
Nivek –Tu invece sei una lurida rompiscatole.
Amra –Nivek senti un po’ che ne dici smetterla di litigare per adesso e iniziassimo a trovare un posto dove stare almeno per qualche giorno?
Nivek –Veramente so dove poter stare per qualche giorno.
Amra –Stupido per che non l’hai detto prima?
Nivek –Perché non mi hai dato tempo per dirtelo, devi sapere che qui a Pallet la mamma ha una casa che si chiama Bianca Villa.
Amra –È tipo della mamma dare dei nomi cosi strani… un esempio ne è il tuo secondo nome… Graby! ^.^
Appena la ragazza chiamò il fratello “Gabry”, questi innervosito spero un violento quanto fortissimo pugno ad un albero che scoppio alla forza sovrumana di Nivek; il qualle aveva avuto un violento quanto stanissimo attaco di ira causatogli dalla sorella.
Una volta che Nivek sferò il pugno che fece letteralmente a pessi l’albaro, si rivolse alla sorella con un’espressione non poco arrabiata che chiunque l’avesse vista sarebbe sbiancato dallo spavento. Anche se Nivek aveva un bellissimo viso d’angelo che aveva di sicuro erediato dal padre, se si arrabbiava il suo sguardo e il suo bel volto assumevano una ballezza adir poco algida.
Amra –Comunque sia è giusto che tu lo sappia legendo gli ultimi dirai della mamma ho scoperto che lei per un periodo, quattro mesi, lei è stata in un mondo che si chiama Ivalice. Questo posto poi e come l’ha descritto tu.
Nivek –Cosa!
Amra –Di la verita tu gia lo sapevi, ed è per questo che hai inventato tuta questa storia di venire qui. Tanto in questo pondo ci siamo gia stati parecchie volte anche se non l’abbiamo esplorato tutto.
Nivek –Sai avvolte mi fai paura… tu sei come la mamma, ti si puo dire tutto ma a te non sfugge niente centri sempre il punto.
Amra –Non so che dirti io sono fatta così. Faccio solo quel che sento giusto di fare nulla in più nulla in meno. Sai pure che…
Nivek –Lascia stare.
Amra –Se vuoi ti accompagno in questo mondo e…
Nivek –D’avvero lo faresti?
Amra –Hei! Dopo tutto siamo fratello e sorella, come potrei abbandonarti?
Nivek –Grazie!
Amra –Ora però non metterti a piangere, se no questa che storia sarebbe?
Nivek –Non sono quel tipo persona dalla lacrima facile e tu lo sai.
Amra –Però hai la faccia da bravo ragazzo.
Nivek –Più che altro da paladino.
Amra –Se… cavaliere in armatura senza macchia e tutto onore?!
Nivek –Dimentichi che noi discendiamo da una famiglia guerriera e come tali siamo stati educati.
Amra –FORTUNATAMENTE NON ABBIAMODOVUTO SUBIRE IL LAVAGGIO DEL CERVELLO COME L’AVUTO IL NONNO!
Nivek –Se ti sentiva il nonno o papà si incazzavano di brutto.
Amra –E tu lasciali incazzare, che faccino quello che voglio.
Nivek –Più tosto visto che ci troviamo a Pallet che ne dici se andiamo a trovare Egadi e Rasch?!
Amra –Ah! Chi sa perché me lo sentivo che la vresti detto!
Nivek –Non mi dire che che non li sopporti?
Amra –RASCH NO! Egadi poi è una mia amica.
Nivek –Perché non sopporti Rasch?
Amra –Perché è un povero coglione sfigato.
Nivek –Per me è un amico.
Amra –Ma se semrate più che amici, due gemelli identici.
Nivek –La stessa cosa vale per te e Egadi, poi quella è un acidona.
Voce 1# -Qui chi sarebbe l’acidona Gabr…
Nivek –Ehi! Non ti azzardarmi a chiamare in quel modo.
Voce 1# -Se no che mi fai mi sculacci?
Nivek –Lo sai che sei odiosa?
Voce 1# -Non quanto te Gabry!
Amra –Ciao Egadi!
Voce 1# -Ciao Amra.
Amra –Sei capitata a fagiolo!
Egadi –Giusto in tempo per fagli una cazziata.
Nivek –Questo lo dici tu.
Egadi –Gabra sta zitto, che non così dai solo aria alla bocca!
Nivek –Mamma mia quando…
Egadi –Ancora parli ma non ti avevo ordinato di stare zitto.
Nivek –Che donna gelida.
Amra –Certo che litigate come due piccioncini.
Nivek-Egadi –AMRA STA ZITTA… IO CON LUI\LEI NEANCHE PER SOGNO.
Amra –Però siete una coppia che scoppia!
Nivek-Egadi –PIANTALA!
Amra –Susate stavo solo scherzando.
Mentre Nivek e Amra stavano parlando tra loro riguardo al fatto che forse Nivek non era il figlio biologico di Kevin, ad un certo punto Nivek fece notare alla sorella che trovandosi a Pallet potevano andare a trovare i loro amici Egadi e Rasch.
Appena Amra senti il nome di Rasch subito scatto in piedi come se avesse visto una serpe avvicinarsi lentamente a lei, il suo volto si allarmo subito, gli occhi si spalancarono in un baleno mentre la bocca si aprì ancora più velocemente degli occhi.
La ragazza non riusciva a sopportare Rasch, lo conosceva insieme al fratello da tanti anni, oltre a Rasch conosceva anche Egadi con il quare era amica per la pelle, Amra considerava Rasch un povero fallito, un galletto e un tamarro e come ragazzo non gli piaceva.
La stessa situazione c’era tra Nivek e Egadi, poiché quest’ultima chiamava da sempre Nivek con l’abbreviativo del suo secondo nome, cosa che Nivek non riusciva a sopportare, quande che si mise a parlare con la sorella di Rasch dopo diche passo a parlare di Egadi.
Amra a ogni affermazione negativa sulla sua amica da farte del fratello interveniva in sua difesa, i due ragazzi andarono avati finche non intervenne nella loro conversazione la loro amica Egadi, che sentendo quello che Nivek stava dicendo su di lei decise di intromettersi e di dare una bella lezzione al ragazzo.
Sapendo che Nivek non sopportava di essere chiamato “Gabry”, Egadi lo provocò, così facendo i due ragazzi iniziarono a punzecchiarsi come due bamini dell’asilo, la cosa ando avanti per un po’ finche poi Amra non decose di farli smettere dicendo una piccola frase a che attirò su essa l’attenzioni dei due ragazzi.
La situazione però venne subito diplomaticamente da persone amature quali che erano.
Egadi –Senti Nivek che ne dici di piantarla qua, e poi mi sorprende vedervi qua.
Nivek –Veramente non c’è nulla di sorprendente.
Amra –Invece è insolito per lei vederci qua.
Nivek –Perché? Infondo noi siamo originari di questo mondo.
Amra –Sarà ma ricordati che noi siamo venti qua in questo mondo solo poche volte.
Nivek –Ti sbagli qua ci siamostati anche quando eravamo sotto addestramento da parte di Mewtwo.
Amra –Però e da contare che durante il nostro addestramento noi siamo sempre stati a Villa Verde o alla Mew Island.
Nivek –Effettivamente va tenuto conto di sta cosa!
Egadi –Allora ho ragione si o no “Gabry?.
Nivek –Se proprio mi devi chiamare con un nome chiamami col mio primo nome.
Egadi –NO! Il tuo primo nome non mi piace, preferisco il secondo.
Nivek –Bhe… fa come vuoi.
Egadi –Va bene, comunque sia avete un posto dove dormire? Se no posso chiedere ai miei se vi posso ospitare.
Amra –Grazie per il pensiero Egadi ma abbiamo gia un posto dove dormire.
Egadi –E dove pernotterete?
Nivek –A Biancavilla.
Egadi –Capisco… una delle proprirta di vostra madre.
Amra –Quella casa è qualcosa di speciale per nostra madre.
Nivek –Una curiosità Egadi.
Egadi –Di pure.
Nivek –Come mai ti trovavi da questi parti? Stavi facendo una passegiata o ritornavi a casa?
Egadi –No… veramente stavo ritornando a casa, dopo aver fatto alcune cose al professor Oak.
Nivek –Interessante; che tipo di cose?
Egadi –Ma cose di laboratorio, ricerche, accudire i pokèmon.
Amra –Ti piacciono proprio i pokemon?
Egadi –Sono delle creature splendide.
Amra –Concordo con te, infondo io e Nivek le possimo capire… in parte noi simo come loro…
Egadi –Voi siete fortunati, vi invido.
E mentre il gruppetto dei tre ragazzi parlava tranquillamente tra loro del più e del meno e di varie scocchezze, qualcun altro da tutt’altra parte ma soprattutto nel mondo di Ivalice, un uomo di circa trentatre anni finemente vestito e con attegiamenti ragali e allo stesso tempo umili, si stava accingendo ad entrare in una stanza dove l’attendeva un’altra persona.
L’uomo entro nella stanza molto educatamente, guardo con aria abbastanza preocuppata l’uomo anziano che gli stava inanzi, dopo di che gli rivolse la parola chiedendogli con tono gentile cosa lo stesse affligendo.
Uomo 1# –Mio caro amico, amico potrei sapere cosa vi afflige? Se c’è qualcosa che posso fare per sollevare la vostra sofferenza ditemelo e io lo farò.
Uomo 2# -Non potreste fare nulla Maestà.
Uomo 1# -Siete sempre così ligio al dovere? E pure voi dovete sapere che è compito di un Imperatore saggio e giusto sapere se i suoi sudditi stanno bene e se sono felici, come pure dovrei sapere se sono o no felici i miei uomini.
Uomo 2# -Anche se ve lo dicessi non cambierebbero le cose.
Uomo 1# -Perché non me lo dite e forse così doloroso che non vi permette di confidarmi con me.
Uomo 2# -Perché insistere tanto?
Uomo 1# -Siete un mio amico, allora potrei saperlo?
Uomo 2# -All’unica persona che abbia mai amato.
Uomo 1# -Chi?
Uomo 2# -La conobbi più di ventanni fa.
Uomo 1# -La ragazza della foto? Capitano Basch?!
Basch –Si Larsa.
Larsa –Ce l’avete ancora quella foto? Ma come mai non l’avete dimenticata?
Basch –Perché c’è un qualcosa che ci unisce…
Larsa –Sarei lieto di rivederla.
Basch –E io di rivedere mio figlio Gabranth.
Larsa –Avete un figlio che si chiama come il vostro defunto fratello?
Basch –Si, l’ultima volta che l’ho visto fu quando nacque… di lui e di sua madre non ho più saputo nulla.
Lasra –Mi dispiace io…
Basch –Non scusatevi, sono anni che non li vedo e non so se il destino vorra farmeli rincontrare.
Lasra –Capitano, lasciate che vi cerchi io vostro figlio, ve lo devo per ciò che avete fatto, e per la promessa che vi lega a vostro fratello.
Basch –Maestà c’è solo un problema, loro non sono di questo mondo, dimenticate che la donna che ho amato era “Il Bagliore Bianco di Dalmasca”.
Lasra –La reincarnazione della dea…
I due uomini continuarono a parlare a lungo, finche poi il Capitano Basch non simise di parlare di suo figlio e passo ad altro. Larsa cerco inutilmente di carpire qualche informazione da Basch sul figlio, ma egli preferiva non parlarne chiuso com’era nella sua dura corazza, da quando gli erano stati sotratti dal destino il figlio e la sua amata, lui era visuto solo per fare il suo dovere.
Risoluto e fermo fino alla fine erano queste le sue qualità oltre a una grandissima forza di volta che gli avevano permesso di andare avanti giorno dopo giorno, non c’erano stati giorni in cui si era lamentato di ciò che gli era successo; finche una sera non gli capito di sognare il figlio.
Quella sera Basch pote vedere in sogno com’era diventato il figlio, nel sogno rimase molto sorpreso vedere il figlio diventato un giovane e forte uomo, nel sogno non vide solo il suo adorato figlio ma anche la sua amata.
Quando la rivide ne rimasse quasi folgorato nel vedere che la sua donna non era affatto cambiata anzi era felice di rivedere che la sua bellezza splendiza e misteriosa non era svanita con gli anni. Basch nel vederli si senti felicissimo ma cosi tanto che era da moltissimo tempo che non sentiva, a aveva loro informazioni, l’indomani al suo riveglio l’uomo si senti più rissolevato e di buon umore di com’era stato in quei ultimi anni.
Dopo essarsi alzato Basch indosso dei vestiti diversi da quelli che metteva di solito, i suoi vestiti erano molto semplici ma allo stesso tempo molto particolari, più dardi quando si fini di vestire, Basch si preparo un picolo bagaglio, portando con se um po’ di cibo, qualche soldo ne caso gli fosse serviti e un paio di vestiti.
L’uomo dopo aver preparato il suo bagalio si mise in cammino, lascio la città di Archades, il luogo cui viveva da quasi vent’anni, una volta fuori dalla città Basch si diresse un luogo lontano da occhi indiscreti, usando una carta-cuore aprì un varco nel quale vi entrò.
Basch improvvisamente si ritrovò in mezzo ad una radura in torno a lui ora mai era tutto buio, egli si guardo intorno per capire dove si trovava, il posto era lui sconosciuto, poco più avanti viera un piccolo sentiero che condoceva ad una cittadina di campagna.
Non sapendo che fare l’uomo decise di trascorrere la notte lì, lentamente ed poco alla tirò fuori dalla sacca che aveva con se gli oggetti che gli sarebbero serviti per accamparsi lì. Per prima cosa decise di destrarsi nel boschetto che si trovava vicino a quella radura sileziosa e buia, il boschetto in cui Basch era entrato, era piccolino ma al suo interno pullulava di cespugli ed di erbacce.
Nel busco regnava un’atmosfera quasi spetrale ed inquietante il silenzio di quel luogo era rotto solo dal gufare dei Noctow e degli Hoothoot oltre a questi c’erano anche altre creature, sui rami degli alberi se si guardava attentamente si poteva intravedre qualche ragnatela e il suo tessitore, uno Spinarak o la sua versione evoluta Ariados.
Oltre agli Spinarak si potevano intravedere sui tronchi degli alberi intenti a riposare qualche Caterpie o di Pineco, ma se non si stava attenti ci si poteva inbattere in un gruppo di Zubat, ma la cosa peggiore che poteva capitare il un luogo tetro come quello era l’incontrare qualche pokèmon di tipo fantasma.
In particolar modo bisognava far attenzione a non incontrare uno Gengar il quale si divertiva con le paure delle persone imitandone le ombre alla luce della luna.
Nel bosco si poteva incontrare anche un Houndour un pokèon di tipo buio o uno Sneasel dall’indole dispettosa, Basch vedendo quelle strane quanto mostruose creature ne rimase quasi meravigliato, lui si ricordò che anche nel suo mondo vierano delle creature simili.
Basch girò per un po’per il bosco dove ogni tanto si fermava a raccoglire qualche ramo secco caduto a terra, una volta che ne abbe raccolti un bel mucchio il capitano Von Ronsenberg usci velocemente dal boschetto, finalmente fuori l’uomo alzo casualmente lo sguardo verso il cielo che era cosi pieno di stelle che faceva rimanere senza fiato chi lo guardava.
Il cielo stellato quella sera era splendido sembrava una distesa di tanti diamanti su uno spedido manto scuro, se veramente fossero state ragiungibili quelle stelle, un uomo o donna qualsiasi si sarebbero percipitati a racogierne una manciata. Eppure non si poteva, loro erano là fisse in un cielo che apparteneva a tutti, di sicuro anche i più avdidi vedendo quella notte cosi tranquilla nel suo splendore avrebbero voluto salire in gielo per poter raccogliere una mancianta di quelle stelle e la loro polvere per tenerla tutta per se o per donarla alla persona più cara a loro.
Quella notte senza nuvole a Basch ricordava molto le notti del suo mondo Ivalice, il cielo del suo mondo non aveva nulla da invidiare a quel cielo che stava ammirando là in quel modo a lui sconosciuto.
Il capitano Von Raonsemberg ammirava quasi incantato il cielo estivo di quella sera d’estate, anche mentre cerca di accendere il fuoco con i rami di lagna secca che aveva trovato nel boschetto vicino a quella radura dove si trovava, non smetteva di fissare quel cielo.
Anche quando fu accesso i fuoco, egli si sedette a torno ad esso, lui smise per qualche minuto di guardare il cielo e posò il suo sguardo sulle fiamme del fuoco che aveva da poco acceso, le fiamme erano così belle e incantevoli che sembravano che parevano danzare ininterrotamente distorbate solo dal vento che suffiava un po’ quella sera.
Basch sembrava così preso a guardare il fuoco che non sia accose che a poco a poco il sonno stava sopragiungendo ed avendo la meglio su di lui, lui che era un uomo così pensieroso che per tutta la vita non aveva fatto altro che esseguire i compiti che gli avevano affidato, più volte nella sua testa aveva pensato alla sua famiglia, al suo defunto fratello gemello di cui lui aveva assunto la sua identita sulla esplicita richiesta di quest’ultimo in punto di morte.
Quando era morto suo fartello Basch era insieme a Larsa sulla Stralh, la su quell’aereonave Basch aveva detto addio amaramente a suo fartello on il quale era riuscito a chiarirsi, sembrava tutto un gioco del destino tutto ciò che era successo ma non era così, ma quei avvenimenti che avevano scegnato in modo particore la vita del Capitano Von Ronsemberg erano veramente accadute.
Il Capitano ancora non sapeva ancora quall’era la vera verità sulla donna che amava e sul figlio che aveva avuto da lei, poiché i figli avuti da questa donna non era uno come lui credeva ma bensi due, l’altro bambino che era nato insieme a Gabranth era il suo gemello.
Di questo bambino non si sapeva nulla tranne qualche eccezione fatta per alcune persone, ma il destino da dietro a questa facenda muoveva i suoi fili, fili he siintrecciavano tra loro per formare un goroviglio così fitto che era difficile dire da dove iniziava e dove finiva.
Quel che si sapema in merito a questa storia che era iniziata con una semplice avventura ma che presto avrebbe riportato alla luce fantasmi del passato e scheletri nel armadio, i quali erano rimasti dimenticati per quasi vent’anni.
Il sole stava ora mai sorgendo sulla radura in cui si era accampato Basch il quale stava ancora dormendo, a canto a lui cerano i resti del fuoco che aveva acceso durante la notte. Ciò che rimaneva del fuoco erano molta cenere bianco-grigia e qualche tizzone coperto da una leggede cenere bianca, che sotto essa era ancora accesa, oltre ai tizzoni e qualche carbone spento cera anche qualche pezzo di legna quasi bruciata.
Basch distesso sull’erba dormiva ancora, ingnaro di cosa gli sarebbe di li a poco successo. Da lontano una figura di un ragazzo presso a poco vamtenne, alta quanto Nivek e uguale in viso a lui, tranne che per i capelli cortissimi e la maschera che a differenza di Nivek , lui non indossava.
Questo ragazzo aveva un aria tranquilla quanto un aspettto angelico, il suo nome era Christofer, abitava a Pallet Town nella casa “Biancavilla”.
Questo ragazzo era un bravissimo allenatore che ogni tanto amava dare una mano al laboratorio del professor Oak; inoltre era un ottimo amico di Egadi e di Rasch e della faiglia Ketckum. Spesso Christofer era sopranominto Noy a causa del suo secondo nome, lui era un ragazzo tranquillo per certi versi anche un po freddino ma molto realista e diplomatico era un abile stratega e un ottimo amico.
Su certe cose era molto riservato soprattutto per quando riguardava la famiglia, cosa sulla quale era molto succiettibile, anche lui come Nivek ed Amra aveva dei spettacolri poteri, i quali pero lui li usava solo per alcune cosa.
Per com’era datto Christofer aveva un successo strepitoso sulle donne, non c’era ragazza a Pallet che non aveva perso la testa per lui, i suoi modi raffinati ed eleganti avevano un certo non so che di cavalleresco. Christofer non era mai scortese o maleducato ne irrispetto, egli era sempre impeccabile nonostante chi li stesse di fronte potesse essere un balordo o un cafone, egli non si sminuiva mai era per certi versi molto umile e fermo su aprecchie cose.
Sembrava una persona di altri tempi, quasi un cavaliere in armi pronto a difendere i più deboli, non a caso anche Egadi non era stata immune a questo suo fascino, la ragazza aveva perso letteralmente la testa per lui anche se manteneva fissi i piedi in terra.
Il cognome di Christofer era anche il cognome della madre… Falcar, per la quale lui aveva un profondo rispetto e un legame indissolubile… si ra alllontanato dalla sua famiglia all’età di dieci anni per seguire una carriera e un fururo da allenatore cosa che lui non aveva mai rimpiando.
La sua era stata una scelta criticata molto dal padre, ma Christofer non si era fatto problemi al riguardo, dopo aver salutato la sua famiglia egli era partito, erano passati quasi dieci anni da quando aveva lasciato la sua famiglia, lui in tutto questo suo tempo aveva vissuto moltissime avventure ed era riuscito nel suo scopo diventare un Master di Pokèmon.
Ma cio che non sapeva che il destino quella mattina gli aveva riservato una sorpresa con i fiocchi che avrebbe camiato la vita.
 
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